Antica Roma
Inizialmente i romani erano molto puritani, basti pensare che ancora in epoca augustea era considerato deprecabile che un'amante scoprisse il seno o facesse l'amore con la lucerna accesa. Guardare insistentemente una matrona romana era un reato considerato al pari di uno stupro, inoltre si hanno testimonianze di maltrattamenti verso amanti scoperti che addirittura venivano fatti sodomizzare dagli schiavi. Con il passare degli anni si cominciò con l'assimilare gli usi e costumi sessuali simili ai greci; L'Imperatore Nerone organizzò addirittura un villaggio del sesso in Campo Marzio, dove venivano organizzati banchetti e spettacoli erotici. Ben presto intorno al villaggio nacque un villaggio "a luci rosse" dove le più belle prostitute della città stavano in mostra completamente nude, in pose osciene se non addiritttura si cimentavano in spettacoli saffici. Tanta importanza fu data a questo villaggio tanto che a gestire il tutto furono messe matrone o vergini di buona famiglia di roma, le quali dovevano recitare la parte di prostitute o di ostesse.
Nel sottile gioco dell'erotismo, la romana impara ad agghindarsi, a truccarsi, a nascondere le imperfezioni fisiche e ad esaltare i suoi punti forti.
Nel godere di questa nuova libertà, frequentano le terme (che fino al secondo secolo dopo Cristo saranno miste), imparano a danzare e a conoscere i giochi di società.
E innamorarsi diventa proprio come un gioco.
Un proverbio in uso all'epoca diceva:
"E' giocando che spesso nasce l'amore".
Tra le rovine di Pompei, distrutta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 a.C., sui muri di alcune strade e di edifici pubblici sono stati trovati graffiti d'amore che recitano: "Se tu avvertissi il fuoco dell'amore, ti affretteresti maggiormente per vedere Venere. Io amo teramente un ragazzo giovane e bello..."
Oppure: "Oh, come vorrei avere le tue adorate braccia attorno al mio collo e baciare le tue tenere labbra!"
Ma non era una novità: più di settanta anni prima, a celebrare il corteggiamento e l'amore come piacere, il poeta latino Ovidio aveva scritto "L'arte d'amare", un vero e proprio manuale per insegnare all'uomo come conquistare una donna, con consigli che al giorno d'oggi possono anche farci sorridere, come questo: "Basta che tu ti sieda accanto a lei e che al suo fianco tu stringa il tuo quanto più puoi.E se per caso, come succede, le si posa in grembo un granello di polvere, tu, pronto, cogli con le dita quel granello; e se non c'è nulla, coglilo lo stesso."
Ma ne "L'arte di amare" si parla anche di come curare regolarmente e migliorare il proprio aspetto fisico, del fatto che le donne devono essere pregate a lungo, di come sia importante far loro regali, ricordarsi dei compleanni ed essere gentili e premurosi...
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